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La Corte di Cassazione Italiana decide sulla tutela del design THUN come diritto d’autore

Mag 26 2017

Autore: Maria Grazia Cavallo Marincola

La società Italiana THUN produce e commercializza complementi di arredo anche per il bagno nonchè accessori per la cucina, ed è rinomata per la creazione delle sue caratteristiche statuine in ceramica, usate come oggetti decorativi ed anche per addobbi natalizi.

Maria Grazia
Cavallo Marincola
 

Nel 2006 la società Thun (titolare di alcune registrazioni per design per tali statuine) ha avviato una causa per contraffazione di design, concorrenza sleale e parassitaria nonché pedissequa imitazione, presso il Tribunale di Venezia contro una ditta sempre Italiana.

Thun non si è ritenuta soddisfatta dalla decisione del Tribunale di Venezia, e ricorre in Cassazione contestando i seguenti punti:

Il Tribunale di Venezia aveva escluso che le creazioni Thun potessero beneficiare della tutela secondo le previsioni della legge italiana sul diritto d’autore, ritenendo che:

  • le statuine Thun non fossero sculture, ma oggetti decorativi senza connotati di creazione artistica;
  • Non potessero rientrare nella tutela del diritto d’autore in considerazione della serialità del processo di produzione degli esemplari posti sul mercato.

In realtà la legge Italiana 22 aprile 1941, n. 633 ha subito alcune modifiche (D. Lgs. 95/2001 in attuazione della Direttiva 98/71/CE) per cui il no. 10 dell’art 2 della Legge sul DdA prevede che possano essere tutelate secondo il DdA anche ‘’Le opere del disegno industriale che presentino di per se' carattere creativo e valore artistico".

La Corte di Cassazione riflette su questi ultimi due requisiti:

  • Il concetto giuridico di creatività non coincide con quello di creazione, originalità e novità: un’opera dell’ingegno può essere tutelabile se è riscontrabile in essa un atto creativo, seppur minimo: la creatività non può essere esclusa soltanto perché l’opera consiste in idee e nozioni semplici.
  • per quanto riguarda il valore artistico, la Cassazione ritiene che esso sia difficilmente definibile, ma che non possa essere escluso dalla serialità della produzione. Dovrà essere ricavato da alcuni parametri, non necessariamente concorrenti, quali:
    • il riconoscimento, da parte di ambienti culturali ed istituzionali circa la sussistenza di qualità estetiche ed artistiche;
    • esposizione in mostre o musei
    • pubblicazione su riviste specializzate
    • attribuzione di premi
    • acquisto di un valore di mercato elevato

La Corte ha evidenziato che i prodotti di design non sono invece tutelati dall’art. 2 n. 4 L.d.A.

Questa norma tutela “le opere della scultura, della pittura, dell’arte del disegno, della incisione e delle arti figurative similari, compresa la scenografia”.

Secondo la Corte di Cassazione, questa norma “non può che riferirsi a un prodotto della creatività che deve trovare espressione in un solo esemplare o in un numero limitato di esemplari e destinato a un mercato differente, sicuramente più ristretto, rispetto a quello cui sono indirizzati i beni oggetto della produzione industriale.

Dunque, non è opera dell’arte figurativa, a norma dell’art. 2 n. 4, il modello immediatamente riferibile a un operatore economico che lo riproduca su ampia scala, in modo standardizzato e in un quantitativo di copie potenzialmente indeterminato, per destinarlo, direttamente o indirettamente, a un mercato di largo consumo”.

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